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CNR Piano di riorganizzazione e rilancio del CNR. Il contributo della FGU-ANPRI

Roma, 21 giugno 2022

Prot. 19/2022

 

Alla prof.ssa Maria Chiara Carrozza

Presidente del CNR

Ai Consiglieri di Amministrazione del CNR

e p.c.   al dott. Giuseppe Colpani

           Direttore Generale del CNR

alla dott.ssa Manuela Falcone

Responsabile Unità Relazioni Sindacali

ai R&T del CNR

 

Oggetto: Piano di riorganizzazione e rilancio del CNR. Il contributo della FGU-ANPRI

Gentile Presidente,

Gentili Consiglieri di Amministrazione

la scrivente O.S., rappresentativa dei Ricercatori e Tecnologi degli EPR, ringrazia innanzitutto per l’invio della corposa documentazione riguardante il Piano di riorganizzazione e rilancio del CNR che è stata oggetto di attenta lettura e studio da parte nostra.

Vogliamo innanzitutto esprimere il nostro apprezzamento per alcuni interventi ivi previsti, in particolare la drastica riduzione del numero e dei compiti dei Dipartimenti, che allo stato attuale troppo spesso costituiscono un ulteriore carico burocratico sulle attività di ricerca, con conseguente perdita di tempo e di risorse. Estremamente apprezzata anche la prevista costituzione di strutture di ricerca leggere, le cosiddette “Unità di Ricerca Goal-Oriented”, costituite da Ricercatori, anche non CNR, con un processo di affiliazione temporanea di tipo bottom-up.

Abbiamo altresì apprezzato la volontà di sostenere la ricerca libera “curiosity driven”, di prevedere una valutazione dei Ricercatori non più fortemente basata sull’uso di indici bibliometrici, di trovare una soluzione all’attuale marcato squilibrio tra i livelli dei R&T (ove oltre il 70% dei R&T è ancora bloccato nel livello iniziale e solo 9% circa ha raggiunto l’apice della carriera), di garantire procedure per la carriera dei R&T da espletare con regolarità e con criteri il più possibile costanti nel tempo, di abbandonare le tanto criticate “Aree strategiche” a favore dei meglio definiti “Ambiti disciplinari”, e di sostenere i ricercatori nella gestione amministrativa.

Pur tuttavia, dobbiamo evidenziare che molto spesso le soluzioni proposte agli attuali problemi dell’Ente sono a nostro avviso insoddisfacenti e vanno rielaborate. In particolare:

  • Riteniamo che i Direttori di Dipartimento e di Istituto debbano essere nominati dai Ricercatori e Tecnologi afferenti alla struttura in oggetto, sulla base di una rosa di idonei. La proposta di nominare i Direttori a seguito di semplici pareri espressi anche dal personale tutto è, a nostro avviso, del tutto insufficiente e inadeguata.
  • Riteniamo che la ricerca libera “curiosity driven” da finanziare possa/debba essere anche quella proposta da singoli ricercatori e non necessariamente “guidate da strategie specifiche”. Inoltre, cosa fondamentale, le risorse per finanziare la ricerca libera non devono assolutamente provenire dai residui accertati di risorse da progetti competitivi, ricerca conto terzi, etc., dato che tali residui devono a nostro avviso restare nella piena disponibilità dei gruppi di ricerca che hanno lavorato su detti progetti. Sottrarre loro tali risorse residue significa far perdere la principale motivazione a partecipare a bandi competitivi o svolgere ricerca conto terzi.
  • Riteniamo sbagliato concentrare gran parte degli sforzi per aumentare la “produttività scientifica” dell’Ente, dei singoli Istituti e dei singoli Ricercatori, ignorando quasi del tutto lo “sviluppo delle conoscenze” che per un Ente pubblico di ricerca dovrebbe essere uno degli obiettivi primari. Ciò peraltro rischia di comportare l’abbandono, da parte dei singoli Ricercatori, di attività estremamente importanti, sul piano formativo e di rappresentanza dell’Ente, quali il referaggio di lavori e progetti, la partecipazione a comitati editoriali e a società scientifiche, etc,
  • Riteniamo che le risorse stanziate dalla Legge di Bilancio, che per circa 30 M € dovrebbero essere assegnate al CNR, vadano utilizzate quanto prima, effettuando subito gli scorrimenti delle attuali graduatorie ex art. 15 (per la parte riguardante la quota CNR dei previsti 10 M€) e bandendo subito nuovi concorsi interni (per la parte riguardante la quota CNR degli altri 30 M€). La previsione di una “programmazione biennale a regime con un importo annuo pari ad almeno 5 M€” per strutturare con regolarità le opportunità di sviluppo ai R&T è da rigettare in toto, data la drammatica situazione in cui versano i R&T del CNR.
  • Ci lasciano fortemente critici i Piani di fabbisogno del personale per gli anni 2022-2024. Essi, infatti produrrebbero un ulteriore appiattimento dei R&T sul livello iniziale, dato che da oggi e fino a dicembre 2024, la percentuale di Dirigenti di Ricerca scenderebbe dall’attuale 9.7% al 9.3%, quella di Primi Ricercatori scenderebbe dal 18.7% al 16.7% e quella dei Primi Tecnologi scenderebbe dal 17.4% al 14.7%. Un piccolo aumento è previsto solo per i Dirigenti Tecnologi (che salirebbero dal 6.5% al 7.8%), nonché ovviamente per i R&T di III livello (che complessivamente salirebbero dal 72.2% al 74.6%). Riteniamo invece che entro la fine del 2024 tutte le risorse destinate alla progressione di carriera dei R&T, sia quelle stanziate dalla Legge di Bilancio, sia risorse aggiuntive derivanti dal FOE, vadano utilizzate al più presto in modo da ottenere, già a fine 2024, un deciso riequilibrio numerico tra i livelli dei R&T.
  • Riteniamo limitativa e restrittiva la decisione di utilizzare i 27 Ambiti disciplinari (importati tal quale dai 27 panel dell’ERC) nelle procedure per il reclutamento e la progressione di carriera dei Ricercatori, dato che molti di tali Ambiti disciplinari sono eccessivamente ampi ed eterogenei al loro interno, così da non consentire una corretta valutazione comparativa dei candidati. Riteniamo pertanto più che opportuno prevedere la possibile suddivisione di alcuni dei suddetti panel in due o più Ambiti disciplinari.
  • Riteniamo necessario ampliare gli attuali compiti dei Consigli di Istituto e dei Consigli Scientifici di Dipartimento, in particolare rendendo vincolanti molti dei pareri che questi Organi sono tenuti ad esprimere.
  • Riteniamo fallimentare l’attuale sistema di formazione dei ricercatori basato essenzialmente su attività di formazione su “larga scala”. Riteniamo molto più efficace un sistema di formazione basato sulla crescita di competenze del singolo ricercatore, da realizzarsi con la partecipazione a specifici convegni, corsi di formazione organizzati da terzi, stage all’estero, etc.

Alcune perplessità sorgono in merito ai Provveditorati territoriali. La costituzione di queste strutture amministrative territoriali a “supporto delle strutture di ricerca presenti nelle aree geografiche di riferimento” potrebbe comportare una crescita della disomogeneità nella interpretazione/applicazione di norme e regolamenti. Né sono chiari quali saranno i rapporti tra dette strutture amministrative territoriali e le attuali Aree della Ricerca.

Continuiamo, inoltre, a ritenere indispensabile individuare procedure atte a verificare preventivamente l’impatto sulla Ricerca di ogni provvedimento, anche gestionale ed amministrativo, dell’Ente, costituendo ad esempio uno o più gruppi di lavoro, composti da rappresentanti della comunità scientifica interna, che affianchino la Direzione Generale.

Riteniamo, infine, doveroso evidenziare che, affinché quanto di positivo è contenuto nella proposta di rilancio del CNR non produca effetti distorsivi rispetto a quanto si vorrebbe, vanno richieste al Governo altre modifiche di norme di legge, di assoluta indifferibilità, il cui impatto sul governo e il buon funzionamento del CNR sarebbe decisamente maggiore e più efficace. In particolare:

  • Va approvata una norma di legge che regoli il percorso di reclutamento e progressione di carriera di Ricercatori e Tecnologi di ricerca, in grado di assicurare una valorizzazione efficace della professione e di consentire un’effettiva circolarità nel sistema della Ricerca del Paese;
  • Il d.lgs. 213/2009 riguardante il “Riordino degli enti di ricerca” va modificato in modo da prevedere che anche nel CdA del CNR siano presenti due rappresentanti del personale, così come avviene per tutti gli altri Enti il cui CdA è composto da 5 consiglieri;
  • Il d.lgs. 213/2009 riguardante il “Riordino degli enti di ricerca” va modificato in modo da consentire alla comunità scientifica degli Enti, del CNR in particolare, di esprimere un parere sulla rosa di idonei alla Presidenza del proprio Ente;
  • Nel d.lgs. 218/2016 riguardante la “Semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca”, tra i diritti e doveri dei Ricercatori e Tecnologi va inserito l’esplicito diritto di scegliere il Dirigente/Direttore della propria struttura di Ricerca, così come avviene nell’Università,
  • Nel d.lgs. 218/2016 riguardante la “Semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca”, vanno proposte ulteriori modifiche finalizzate, in particolare, a snellire i tempi e le procedure burocratiche per l’acquisizione di materiale, strumentazioni ed apparecchiature di uso scientifico.
  • La normativa riguardante il rimborso spese missione, in particolare il decreto del Ministero degli Esteri del 23 marzo 2011, va modificata al fine di rendere il tetto massimo delle spese rimborsabili in missione comparabile ai costi che effettivamente si sostengono e di consentire il rimborso anche delle mance documentate, laddove di fatto obbligatorie.
  • Con riferimento anche alla circolarità di cui al punto 1, la normativa relativa all’entità del fondo salario accessorio dei R&T va modificata al fine di attribuire ai R&T del CNR una Indennità Oneri Specifici (IOS) comparabile a quella (ben maggiore) che Enti più virtuosi (l’ASI, la SZN,…) attribuiscono ai loro R&T.

Nel ringraziare per l’attenzione e la considerazione che sarà data nostre osservazioni e richieste, porgiamo distinti saluti.

Gianpaolo Pulcini

Responsabile Nazionale FGU-DR-ANPRI CNR

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2 Thoughts to “CNR Piano di riorganizzazione e rilancio del CNR. Il contributo della FGU-ANPRI”

  1. […] subito, tuttavia, la FGU-DR-ANPRI ha ribadito alcune richieste già avanzate con la lettera del 21 giugno scorso, alcune delle quali richiedono una semplice modifica dei Regolamenti […]

  2. […] curiosity-driven va senz’altro favorita e finanziata ma, come già argomentato nella nostra lettera del 21 giugno, con risorse derivanti dal Finanziamento ordinario e non dai residui dei progetti di […]

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